Usare i Tarocchi in modo introspettivo
- Ilaria Boero

- 21 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 28 ott
Quale è il metodo più efficace di usare le carte?
I Tarocchi sono più potenti in lettura per gli altri, in autolettura, come strumento creativo, predittivo?
Gli usi delle carte sono infiniti - a questo punto ho idea che ce ne sia uno per ogni tarologo. Dall’uso tradizionale della lettura a terzi - che poi si declina in mille modi e metodi diversi: dalle lettura evolutiva, a quella predittiva, a quella introspettiva, psicologica, analitica, e via dicendo - all’autolettura, all’uso delle carte come stimolo creativo, all’uso proiettivo, narrativo…
Ma qual’è il modo più efficace di usare le carte?
A mio parere, quello che ti somiglia di più.
Se sei uno scrittore, forse lo stimolo creativo-narrativo è quello più efficace per te. Se sei particolarmente incline alle relazioni di aiuto, forse la lettura per terzi è la tua strada. Se usi i Tarocchi come lume per capire qualcosa della tua vita, allora forse il tuo modo di utilizzo più efficace per usare i Tarocchi è l’introspezione.
Ed è di questo uso che vorrei parlarti in questo articolo.
OLTRE L’AUTOLETTURA
L’autolettura è uno strumento valido per usare i Tarocchi in modo introspettivo,
perché aiuta a trovare soluzioni inattese o a prendere in considerazione punti di vista diversi rispetto a quella data situazione. Esiste solo l’autolettura come strumento introspettivo?
In realtà,
credo che un’autolettura efficace sia ciò che emerge da un lavoro profondo sull’introspezione che si può fare con i Tarocchi.
Che è stato uno di quei lavori che ha cambiato il mio modo di guardare la vita. Quali sono stati i miei strumenti (oltre ai Tarocchi, ovviamente)?
L’APPROCCIO DOMANDANTE (ESERCIZIO PRATICO)
Fino a un certo punto della mia ricerca e pratica, i Tarocchi sono stati un insieme di parole chiave che risultavano fondamentali per fare le letture. Acquisite tramite formazioni, libri e scambi o emerse durante le consultazioni, queste parole erano un dizionario di possibilità. Finché qualcosa è cambiato. Non saprei individuare esattamente il momento o l’idea che ha innescato il cambiamento, ma a un certo punto, qualche anno fa, gli Arcani hanno iniziato a pormi domande.
Facciamo un esempio con il Matto.

Ora, secondo una certa tradizione il Matto è colui che viaggia lungo tutti gli Arcani maggiori, dal Bateleur al Mondo, e porta avanti un viaggio significativo. Ti chiedo di mettere da parte questa idea per qualche minuto.
Adesso ti chiedo di osservare l’animale celeste che si trova alle spalle del Matto nella carta dei Tarocchi di Marsiglia. Che cosa sta facendo rispetto all’uomo?
Magari risponderai: “Lo spinge”, oppure “lo tira”, o ancora “lo graffia”, “lo accompagna”, “attira la sua attenzione”, “lo distrae” e molte altre opzioni. Bene, prendi nota della tua risposta, se puoi.
Adesso riprendi un attimo il concetto di viaggio significativo.
Se alla domanda hai risposto “lo spinge” chiediti: che cosa mi spinge quando mi inserisco in un cammino che sento significativo, quando inizio una nuova attività?
Se invece hai scelto “lo trattiene”, chiediti: che cosa mi trattiene dall’iniziare i miei cammini significativi, i miei progetti, le mie nuove avventure?
Se hai scelto “lo graffia”: ho bisogno di provare dolore, di arrivare a star male per decidere di iniziare un cammino significativo?
Se hai scelto “lo accompagna”: chi o cosa mi accompagna nei miei cammini significativi? Come scelgo i miei compagni?
O ancora se hai scelto “lo distrae”: che cosa mi distrae quando voglio iniziare un cammino significativo?
E avanti così.
La domanda che la tua visione ti presenta ha valore per te? Pensi che ne abbia altrettanto rispetto alle altre che ho scritto, o quella che ti riguarda evidenzia un modo particolare di vedere la vita?
Ti consiglio di scrivere sia la domanda che le risposte che sono emerse. Ci saranno risposte che emergono di getto: prendine nota, Poi aspetta. È probabile che vengano fuori pensieri laterali. È probabile che ti vengano in mente domande che si accodano a quella che ti ho appena suggerito e che ti spingono ad andare in profondità nella tua risposta. Più vai in profondità, più vedi emergere il modo in cui funzioni. Più ti osservi, più ti vedi e più ti comprendi. Ecco, questo è un primo invito alla pratica introspettiva con i Tarocchi:
osserva la carta e da essa fai emergere domande che ti portano a conoscerti un po’ di più.
DOMANDE E SIGNIFICATO TRADIZIONALE
Il dizionario di parole chiave che ho costruito negli anni, quindi? Lo ho buttato via? Ma no, anzi! È diventato anche lui parte del gioco delle domande.

Prendi ad esempio il Bagatto: uno dei significati tradizionali è il lavoro. Perché non fare emergere qualche domanda anche da questo significato?
Ad esempio: che rapporto ho con il lavoro? Quanto è importante per me? Il lavoro che faccio che cosa mi porta? Perché ho scelto di farlo?
Domande semplici, che possono però accompagnarti in un percorso di introspezione che porta a conoscerti meglio, a tenere la barra dritta sui lati di te che ti piacciono e a vedere chiaramente quelli che ti piacciono meno, magari nella prospettiva di cambiarli o di poterli accogliere come parti integranti di te.
Accanto al significato tradizionale, l’immagine suggerisce altre idee: ad esempio il Bagatto ha in mano un soldino, che richiama, appunto, il denaro. Potrebbe portare a chiederti se il tuo lavoro ha come fine il guadagno, o se pensi di guadagnare in maniera proporzionale all’impiego che fai.
I temi tradizionali dei Tarocchi sono tanti: la scelta, l’amore, la morale, il dolore… Immagina di avere davanti a te una serie molto ricca di argomenti che puoi analizzare appoggiandoti direttamente alle figure che osservi:
potrai scoprire tante cose di te, per capire che cosa ti muove, quali sono i tuoi valori di fondo, le tue direzioni, come gestisci le tue relazioni e un sacco di altre cose che nemmeno ti aspetti. È un’opportunità grande, non trovi?
USARE I TAROCCHI IN MODO INTROSPETTIVO
Credo che usare i Tarocchi in modo introspettivo sia la miglior risposta al mio modo di essere: dall’immagine e dai contenuti che ne scaturiscono (vuoi tradizionali, vuoi soggettivi) puoi fare un lungo viaggio alla scoperta di te.
Lo strumento più utile che ho trovato per fare questo lavoro con i Tarocchi sono le domande. Il più possibile oggettive, neutrali e vaste per scalfire la superficie del tema, e via via più profonde, fino ad arrivare all’osso della questione, al motivo fondamentale per cui vedi una cosa in un certo modo, fino a capire come funzioni profondamente.
Le domande sono lo strumento attorno al quale ho costruito tutto il mio lavoro: dalla condivisione del significato delle carte, alle tecniche di lettura, ai giochi che ti propongo quando ci incontriamo dal vivo. Ho scelto la domanda perché, se formulata con attenzione e presenza, permette di entrare nell’argomento con delicatezza, attenzione e neutralità (per quanto possibile) - e questo sia nel lavoro introspettivo che in quello con terzi. È un ottimo strumento per esercitare l’empatia e permettere all’altro di costruire la propria narrazione sui Tarocchi.
La domanda può restare la stessa (anche se, a mio parere, anch’essa si evolve man mano che tu ti evolvi). Le risposte cambieranno con te, permettendoti di raccontare di volta in volta il mondo che ti abita e di osservarti mentre si evolve e fiorisce.
Appoggiandoti all’immagine dei Tarocchi, a quello che è oggettivamente e a quello che ci vedi dentro, e usando le domande, queste immagini diventano mappe per conoscerti. E questo, credo, è un modo molto efficace di usare i Tarocchi.
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Mi chiamo Ilaria Boero e sono insegnante e divulgatrice di Tarocchi. Tarocchi Studio è la mia scuola di Tarocchi e centro di divulgazione. Contattami se vuoi informazioni sui corsi di Tarocchi e naviga il sito se vuoi ascoltare podcast, leggere altri articoli o partecipare ad eventi a tema Tarocchi
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