Autolettura dei Tarocchi efficace
- Ilaria Boero
- 1 lug
- Tempo di lettura: 7 min
Fino a qualche tempo fa ero convinta che l’autolettura dei Tarocchi non fosse possibile. Ho cambiato idea e ho trovato che non solo è possibile, ma può anche aprire porte inaspettate. E in questo articolo condividerò con te le accortezze che ho scoperto per fare un’autolettura dei Tarocchi efficace.
DIFFICOLTÀ OGGETTIVE
Molti lettori di Tarocchi ne sono convinti: l’autolettura non solo non è possibile, ma anche dannosa. Ed effettivamente ci sono tutta una serie di difficoltà che emergono quando andiamo a leggere per noi stessi o noi stesse.
Per esempio,
è probabile che cercherai di far emergere dalle carte estratte una risposta che corrisponda alle tue aspettative
- e siccome la ragione è bravissima a costruire ponti per dimostrare quello che vuole, è probabile che riuscirai nel tuo intento.
Un’altra difficoltà è avere una posizione oggettiva e distaccata rispetto all’argomento
- più che una difficoltà credo che sia quasi impossibile essere completamente distaccati rispetto a qualcosa che ci riguarda direttamente. Difficoltà aumentata dal fatto che spesso, quando lavoriamo in autolettura, lo facciamo anche per normalizzare
stati emotivi agitati, la qual cosa ci allontana ancora di più da una situazione di distacco e oggettività.
Eppure non sono solo difficoltà quelle che riguardano l’autolettura. I Tarocchi sono un potentissimo strumento introspettivo, e l’autolettura è un’ottima pratica - se non proprio La Pratica per eccellenza - per muoversi fin da subito in questa direzione.
Sono felice di condividere con te alcune cose che ho scoperto nel tempo sull’autolettura dei Tarocchi e che mi hanno permesso di approcciare questa pratica con l’intenzione e lo spirito adatti a permettere l’emersione di punti di vista e intuizioni potenzianti e inattese.
TEMPO E SPAZIO
Non so come ti approcci tu all’autolettura. Ti è mai capitato che ti venga in mente una domanda, magari mentre stai facendo qualcosa, e allora tiri fuori il mazzo, butti giù tre carte, ci dai un’occhiata, bofonchi qualcosa e poi rimetti tutto a posto? Ecco, questo era il mio modo - e a volte lo è ancora adesso. Ho un problema. Tre carte. Vediamo che è venuto fuori. Boh, sembra che la risposta sia questa, vediamo poi se mi viene in mente altro, e riprendo a fare quello che stavo facendo senza più pensarci.
Ora, oltre a insegnare Tarocchi, faccio la tarologa. Ogni lettura è per me una festa e una gioia: dedico il tempo necessario alla preparazione, all’accoglienza, all’ascolto, alla validazione e alla sponsorizzazione dell’altro. Ho fiducia nelle risorse interiori del consultante e nel fatto che io sarò la mentore nel viaggio che lo porterà a trovarle dentro di sé. Ogni lettura che faccio è al servizio della domanda del consultante, e il tempo del servizio non è quello quantitativo scandito dall’orologio, ma quello qualitativo della presenza e dell’attenzione.
E un giorno mi sono proprio chiesta questo:
perché non dedico a me stessa le stesse attenzioni che metto a disposizione dei miei consultanti?
Perché quando faccio una lettura per me stessa mi concedo solo un tempo rubato e un’attenzione frettolosa? Come posso ottenere il risultato di qualità che spesso emerge dalle consultazioni con terzi se non mi approccio alla lettura con le stesse attenzioni?
Ecco, la prima cosa che ha cambiato il risultato delle mie autoletture e le ha rese potenzianti e piene di significato è stato proprio cambiare l’atteggiamento e dedicarmi lo stesso spazio e le stesse attenzioni che dedico ai miei consultanti.
ONESTÀ E INTENZIONE
Un’altra cosa tipica delle mie primissime autoletture era arrabbiarmi se non veniva fuori la risposta che volevo. Ero capace di rifare il tiraggio due, tre, quattro volte, forse anche di più, perché volevo che quella benedetta risposta venisse fuori. E se alla fine non riuscivo a far emergere quello che volevo dalle carte, o ancora se non capivo quello che significavano in relazione alla mia vita, magari abbandonavo tutto e chiamavo un altro tarologo per un consulto.
Ecco, ho imparato a essere onesta con me stessa.
Prima di fare un’autolettura mi chiedo qual è il risultato che mi aspetto di ottenere. Prima mi chiedo qual è la mia risposta preconfezionata, cioè quella che banalmente mi darei senza troppo riflettere.
Poi cerco di analizzare quelle che sono le mie aspettative relativamente alla domanda.
Che cosa mi aspetto di ottenere? Vorrei una risposta? Un’indicazione? un consiglio? Una chiarificazione?
Ecco, questa fase per me è fondamentale. Quello che mi stupisce nuovamente, se ci penso bene, è come io applichi due pesi e due misure diversi quando il consultante è un altro e quando il consultante sono io. Con il consultante applico tutta una serie di attenzioni per praticare responsabilmente, sto attenta a non propinare risposte, consigli o suggerimenti, a non trattare certi argomenti, a fare domande continue per non dare niente per scontato, a camminare in punta di piedi nella sua vicenda, consapevole che sono ospite. Mi assicuro che il consultante abbia ben presente quelli che sono i miei ambiti di lavoro, il fatto che non emergerà una risposta chiara, che non sarò assertiva, ma che farò tante domande in modo da costruire assieme a lui o a lei la stesa e trovare insieme a lui quelle aperture che possono accompagnarlo a fare il prossimo passo nel suo cammino.
Ecco, ho scoperto che lo stesso lavoro lo posso fare con me stessa quando inizio a fare un’autolettura e voglio che sia efficace e mi apra degli ambiti di riflessione inattesi. Mi chiedo che cosa mi aspetto dalla lettura, se quello che voglio ottenere davvero è un consiglio, una risposta, una predizione, uno spunto…
E faccio in modo di ricordarmi che, forse, non otterrò quello che voglio, e che questo può essere un bene.
Infatti, posso ottenere molto di più, ossia l’individuazione delle risorse interiori che al momento mi mancano, del punto di vista che mi può accompagnare a cambiare atteggiamento, delle soluzioni creative che non riesco a reperire e che sono lì che aspettano solo di essere messe a fuoco.
Prendere il tempo di fare questa premessa e questa asserzione onesta delle mie aspettative mi permette di sintonizzarmi con l’intenzione che cerco di applicare a tutte le letture di Tarocchi: supportare, validare, ricordare, avere fiducia nel mio potenziale, nelle mie risorse e nella mia capacità di crearne nuove se necessario. E con queste intenzioni posso procedere a un’autolettura priva di molti di quei vizi di forma che avrebbe se non mi regalassi quella manciata di minuti necessari a sintonizzarmi a ciò che rende una lettura di Tarocchi veramente speciale.
FATTI UNA DOMANDA E DATTI UNA RISPOSTA
Non sto scherzando! Vestiti pure da Marzullo, se vuoi, oppure mettiti e togliti un secchio dalla testa come Zio Bruno in Encanto quando fa il muratore, ma fatti le domande e datti le risposte.

Se possibile fallo ad alta voce o per iscritto. Sì, perché nell’autolettura sei il consultante e il consulente, ricopri entrambi i ruoli e il modo per farlo meglio è portare in fondo tutta la lettura come faresti se avessi uno solo dei due ruoli.
La verbalizzazione è un processo fondamentale, perché snoda elementi mentali che altrimenti non sarebbero chiari, perché mentre parli ti ascolti, ragioni più lentamente che quando sei nella testa, e ascoltandoti riesci a capire le debolezze e le fallacie del tuo pensiero. Mentre ti fai le domande ad alta voce, poi, ti rendi conto subito se sono domande ‘comode’ o scomode, se emergono dalle immagini dei Tarocchi che ti trovi davanti o dal tuo giudizio sull’argomento. Ti accorgi dei tiri che ti auto-giochi, e agendo onestamente puoi ‘correggere il tiro’ proprio come faresti se davanti a te ci fosse un consultante.
Non so se sia davvero possibile arrivare a un livello di autolettura pari a quello che che può regalarci un altro lettore. Posso raccontarti che la mia esperienza è molto positiva e ha tanti risvolti: mi permette di vedere lati di me che altrimenti resterebbero nascosti, fosse anche e solo accorgermi che vedo solo una parte del disegno e osservare i meccanismi che applico a certe situazioni, per poi magari scardinarli. Mi permette di connettere ancor più profondamente il mio vissuto ai Tarocchi e aumentare il loro significato. E mi permette di avere fiducia in me e nelle mie risorse, di capire che, quando mi dedico la giusta attenzione e presenza, ho dentro di me tutto quello che serve per risolvere gli intoppi che mi sembra sbarrino il cammino. E, sì, questo lo puoi fare anche tu.
CONCLUSIONE PER UN'AUTOLETTURA DEI TAROCCHI EFFICACE
L’autolettura è una grande opportunità. Se riesci a schivare le tentazioni e le difficoltà che le sono proprie, se riesci a considerarla con tutte le attenzioni di una lettura a terzi, allora puoi sbloccare il suo enorme potenziale.
Tu sei il massimo esperto della tua vita, e nessuno meglio di te conosce i tuoi punti di forza, di debolezza, le tue convinzioni, i tuoi valori.
Certo, un’altra persona può darti spunti che non avevi preso in considerazione, ma tu hai lo stesso potere se ti presenti alla lettura senza aspettative, con mente e cuore aperti all’imprevisto.
Il lavoro dell’autolettura serve innanzitutto a sostenere la consapevolezza di avere dentro di te gli strumenti necessari per risolverti.
Leggere i Tarocchi per sé stessi, poi, fa parte del potenziale introspettivo che le carte ti offrono. Ti permette di osservarti, conoscerti, raccontarti con parole diverse da quelle che useresti normalmente. Ti permette di connetterti con il simbolo e con la sua vastità di significati, e quindi di rapportare la tua vita di singolo a un contenitore più ampio, che è quello dell’umanità, che tramite quei simboli si rappresenta. Ti permette di farti domande che, al di là di qualsiasi risposta tu possa darti, restano il miglior viatico che tu possa avere per conoscerti.
Se l’articolo ti è piaciuto, ti invito a scoprire un punto di vista introspettivo sulle carte e a reperire tante, nuove domande che potranno aiutarti a rendere le tue autoletture ancora più efficaci. Nel mio libro, Conosci te stesso con i Tarocchi, scoprirai che gli Arcani Maggiori possono essere fonte di domande introspettive. E nel mazzo di Conosci te stesso con i Tarocchi puoi fare almeno dieci giochi diversi che ti sosterranno nel percorso di autoconsapevolezza ed aumenteranno la tua connessione con i Tarocchi. I link sono affiliati, e se acquisti da qui diventi sostenitore attivo del mio lavoro. Ti auguro buona autolettura!

Mi chiamo Ilaria Boero e sono insegnante e divulgatrice di Tarocchi. Tarocchi Studio è la mia scuola di Tarocchi e centro di divulgazione. Contattami se vuoi informazioni sui corsi di Tarocchi e naviga il sito se vuoi ascoltare podcast, leggere altri articoli o partecipare ad eventi a tema Tarocchi
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Lo so, uso il maschile generalizzante. Sono molto attenta alle questioni di genere, ma l’utilizzo di asterischi o della schwa rende il testo difficilmente accessibile a persone con difficoltà di lettura. D’altro canto, ripetere sostantivi e aggettivi al maschile e al femminile rende gli articoli lunghi e pesanti. Ti chiedo di leggermi come si legge un simbolo: al di là del genere.
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